Le 3 fasi dell’impianto dentale

Per permettere al paziente di intraprendere il percorso di terapia implantare in maniera serena e consapevole, è giusto metterlo a conoscenza di tutti i passaggi e sedute necessarie per ottenere il miglior risultato.
Per ripristinare i denti persi la miglior soluzione è senza alcun dubbio l’impianto: se lo guardiamo sia dal punto di vista estetico sia funzionale è il trattamento con più simile a quello naturale.
Di seguito, spiegheremo punto per punto le fasi degli impianti dentali, in modo da fare chiarezza e consentire ai pazienti maggiore tranquillità e sicurezza.

Le fasi dell’impianto dentale possiamo suddividerle in 3 momenti:

  1. Intervento chirurgico;
  2. Fase di Osteointegrazione;
  3. Fase protesica.

    Andiamo ora a vedere in cosa consistono questi tre procedimenti.

1. L’intervento chirurgico

Dopo aver fatto l’anestesia locale, in modo da rendere il passaggio per il paziente indolore, si può procedere con la prima fase dell’impianto dentale: l’intervento chirurgico.
Questo procedimento consiste nel posizionare la vite in titanio, la quale farà da supporto per la futura protesi fissa con il ruolo di radice artificiale. Solitamente viene eseguito ambulatorialmente, ricreando l’ambiente sterile simile alla sala operatoria.
L’intervento inizia con una piccola incisione sulla gengiva, che permette di scoprire/mostrare la cresta alveolare. Utilizzando un macchinario apposito e sotto ad un getto continuo di soluzione fisiologica, l’implantologo esegue un piccolo foro nell’osso delle stesse dimensioni dell’impianto in modo da poterlo posizionare successivamente in modo impeccabile. La vite viene poi avvitata nel punto poco prima preparato e, senza creare alcun dolore, vengono applicati alcuni punti di sutura da rimuovere circa 7-10 giorni dopo.

2. fase di osteointegrazione

Inizia ora la seconda fase dell’impianto dentale: l’osteointegrazione. Questo procedimento viene eseguito per tutti gli interventi di chirurgia implantare, tranne negli impianti a carico immediato nei quali viene integrato l’impianto dopo 24-48 ore. 

Dopo aver applicato l’impianto dentale classico è necessario far passare un po’ di tempo in modo da permettergli di diventare un tutt’uno con l’osso e successivamente sostenere la corona. Un momento molto importante e da non sottovalutare è Il periodo di cicatrizzazione poiché si riforma un nuovo osso intorno alla vite in titanio. Data la qualità ed il materiale biocompatibile della vite, il nostro organismo ha la capacità di inglobare la nuova radice artificiale senza alcun problema. 

Dopo l’intervento di chirurgia implantare è consigliato al paziente di:

  • mantenere la bocca a riposo per alcuni giorni;
  • eseguire un’igiene orale in modo meticoloso;
  • astenersi dal fumo;
  • seguire la terapia farmacologica.

3. Fase protesica

La fase terza ed ultima fase è quella protesica. Questa è molto importante poiché lo specialista, alcuni mesi dopo l’impianto, realizza il nuovo dente artificiale e, se il lavoro viene fatto alla perfezione, il risultato sarà preciso e di lunga durata

Questa procedura è composta da due momenti: 

  1. Il Dottore prende le impronte di precisione dell’impianto inserito mesi prima;
  2. Le impronte vengono inviate al tecnico di laboratorio il quale con accuratezza costruisce il nuovo sorriso.

Appena la corona protesica è pronta viene subito fatta provare al paziente, per poterne verificare forma e colore e collegarla all’impianto con l’abutment, un moncone che sporge dalla gengiva e funge da appoggio al nuovo dente. L’ultima fase dell’impianto dentale viene così conclusa, permettendo al paziente di uscire dallo studio con un nuovo sorriso e con la possibilità di masticare esattamente come prima.

Durata delle fasi dell’impianto

Il tempo necessario per la realizzazione di una protesi su impianto può andare dai 3-4 mesi ai 6, dipende comunque da diversi fattori:

  • L’arcata su cui si esegue l’impianto;
  • Numero di impianti da inserire;
  • Qualità dell’osso
  • Esecuzione di un innesto osseo, non sempre necessaria;
  • Tempistiche di cicatrizzazione, diverse per ognuno di noi.

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Primi denti da latte: 5 cose che devi sapere!

Salivazione eccessiva, disturbi del sonno, febbre, diarrea? Sembra proprio che al tuo bambino stiano spuntando i suoi primi denti da latte!

Non disperare, questi sintomi sono del tutto normali e, per aiutare il tuo bambino, esistono delle soluzioni che consentono di alleviare il dolore e il gonfiore delle sue gengive.

Vediamo insieme 5 cose che devi assolutamente sapere!

 

1.  Cosa sono i denti da latte?

I denti da latte, detti anche decidui, sono i primi denti che si sviluppano e crescono all’interno della bocca del bambino. La loro crescita coincide con la fase di allattamento (per questo sono detti “da latte”) e sono destinati a cadere nell’arco dei primi anni di vita per lasciar posto a quelli definitivi.

A differenza di questi ultimi, i denti decidui sono 20 anziché 32. Sono più piccoli e vulnerabili e quindi molto più spesso soggetti a carie o piccole infezioni. Per questo è fondamentale eseguire un’adeguata igiene orale ed effettuare le visite di controllo periodiche dal proprio dentista di fiducia. Questo consentirà di prevenire eventuali danneggiamenti o problemi futuri che potrebbero fortemente influenzare anche la salute dei denti definitivi.

 

2.  Quando spuntano i primi denti da latte?

Non esiste un’indicazione precisa sulla comparsa dei denti da latte ma, generalmente, la dentizione inizia con la crescita dei primi incisivi inferiori intorno ai 6-8 mesi e si completa all’incirca intorno ai 26 mesi con la crescita dei canini e dei molaretti.

Ovviamente ogni bambino avrà le sue tempistiche ma in linea generale verso i 30 mesi di età, saranno spuntati tutti i 20 dentini.

 

3.  Quali sono i sintomi della crescita dei primi denti da latte?

Il tuo bambino tende a mettere in bocca qualsiasi oggetto abbia tra le mani? Non allarmarti, sono sicuramente in arrivo i primi denti da latte!

primi denti da latte

Associati alla comparsa dei dentini ci sono diversi sintomi comuni come:

  • gengive gonfie e infiammate;
  • febbre;
  • diarrea;
  • eccessiva salivazione.

Si tratta di una fase del tutto normale ma molto delicata e importante nella vita del nostro bambino.

4.  Come si curano i sintomi?

Per alleviare il dolore e il rigonfiamento delle gengive esistono in commercio degli appositi giochini estremamente morbidi e contenenti un liquido refrigerante che aiutano a ridurre la sensazione di fastidio provata dal bambino.

È consigliato conservare questi giochi in frigorifero e non in congelatore per evitare di danneggiare le gengive esponendole ad un freddo troppo intenso ed ottenere quindi l’effetto contrario a quello desiderato.

 

5.  Cosa possono mangiare i bambini con i primi denti da latte?

Durante la fase di dentizione il bambino è spesso insofferente e dolorante e questo compromette anche la sua digestione. Per questo è importante prediligere alimenti a temperatura ambiente o addirittura freddi ed evitare invece quelli caldi (che potrebbero accentuare il dolore). 

Cibi come:

  • yogurt;
  • passate e zuppe (preferibilmente fredde);
  • frullati di frutta;

 possono contribuire ad alleviare il dolore alle gengive e la sensazione di fastidio.

 

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Implantologia computerizzata: cos’è e come funziona?

Hai subito l’estrazione di uno o più denti e stai cercando la soluzione migliore per sostituirli? 

L’implantologia computerizzata è quello che fa per te. Scopriamo insieme di cosa si tratta!

 

Implantologia computerizzata: cos’è?

L’evoluzione della tecnologia, come in tutti i settori, ha portato anche in campo odontoiatrico le ultime scoperte, di cui ha beneficiato in particolar modo l’implantologia che è diventata computerizzata

La chirurgia implantare vede nella tecnologia computer guidata un potente alleato per gli interventi di posizionamento degli impianti dentali: si tratta di tecnica moderna che attraverso l’utilizzo di un software è in grado di scannerizzare il cavo orale del paziente, consentendo al medico di pianificare l’intervento e pre-visualizzarlo.

 

Come funziona l’implantologia computerizzata?

  1. Si inizia effettuando degli esami radiologici utilizzando una TAC 3D e scannerizzando la bocca del paziente, come detto poco fa. Grazie all’utilizzo di uno specifico programma computerizzato è possibile riprodurre perfettamente in formato digitale la dentatura e progettare al millimetro le posizioni in cui verranno inseriti gli impianti.
  2. In un secondo momento verranno create delle mascherine chirurgiche realizzate con la tecnologia CAD-CAM che consentiranno di effettuare l’intervento senza aver bisogno di incidere la gengiva.
  3. Durante l’intervento il paziente indosserà le mascherine che permetteranno al medico di replicare le posizioni degli impianti da inserire nelle ossa mascellari ed eseguire l’operazione in modo estremamente preciso.

 

Chirurgia implantare computer guidata: quali sono i vantaggi?

La chirurgia computerizzata, come abbiamo visto, presenta numerosi vantaggi rispetto alle tradizionali metodologie di intervento. Vediamo insieme quali sono!

  • L’intervento di chirurgia implantare computer guidata è estremamente preciso, sicuro e prevedibile;
  • Presenta un margine d’errore estremamente basso;
  • La durata dell’intervento e di recupero post operatorio è minore;

Non è necessario incidere le gengive per inserire l’impianto dentale.

 

Quanto dura il periodo post-operatorio?

Abbiamo visto quindi come l’implantologia computerizzata sia una tecnica non invasiva e per questo presenta dei tempi di recupero molto più brevi rispetto ai tradizionali interventi di implantologia.

La guida personalizzata per eseguire l’intervento consente di non incidere sulle gengive e, di conseguenza, non aver bisogno di applicare punti di sutura. L’intervento risulterà quindi meno traumatico, con conseguente riduzione dei tempi di recupero.

In sostanza, in un solo giorno, il paziente potrà uscire dallo studio senza alcun dolore né gonfiore, con i suoi nuovi denti e non avrà bisogno di sottoporsi a cicli di antibiotici o antidolorifici.

L’unico accorgimento da seguire riguarda i cibi da prediligere e da evitare per garantire una guarigione ancora più rapida. 

 

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